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Qualche anno fa, per tutti noi di Filettino, è stata una grandissima gioia mista a sorpresa, apprendere che Papa Giovanni Paolo II veniva, ogni tanto, a fare le sue camminate tra i Monti che circondano il nostro paese. Per tale motivo abbiamo voluto intitolargli un sentiero che parte da Serra S. Antonio ed arriva a ridosso del Monte Viglio e che permette di osservare i paesaggi più belli di tutta la catena appenninica.
Personalmente sono stato coinvolto da alcuni quesiti: perché il Santo veniva qui a trascorrere i pochi momenti di riposo di cui disponeva? Essendoci stato numerose volte, che cosa ha trovato in questi luoghi?
E notoriamente conosciuto che il Santo è sempre stato un amante della natura, ma credo che ci sia stato un motivo ulteriore che lo ha portato in questi luoghi. La bellezza del Creato.
Passeggiare tra questi spettacolari paesaggi e montagne toglie il fiato e il riferimento a Gesù come principio e sapienza creatrice di tutto ciò che esiste, permette di dare il giusto valore al termine "sacralità" della natura. Il pensiero alla sacralità della creazione è un riconoscere la presenza di Dio in ogni cosa creata, è l'espressione del valore immenso che ogni creatura, e la creazione nel suo insieme, ha per il suo legame col Creatore.

Questo comune legame con Dio creatore spingeva S. Francesco a chiamare la natura 'sorella' e 'madre'. I monti Simbruini fanno parte di un Parco Regionale e sia prima della sua costituzione ed anche dopo la nascita del Parco dei Monti Simbruini, c'è stato da parte della popolazione residente un grandissimo rispetto e conservazione delle bellezze naturalistiche presenti. Il mondo naturale ha delle leggi e dei cicli con i quali vivere in armonia e all'interno dei quali cercare la libertà e il progresso, perché essi sono la scuola che il Padre ha predisposto per ogni uomo per imparare la pazienza e il mistero dei ritmi e delle attese, la grandezza della vita che muore e rinasce, il legame che unisce tutte le creature.

Questo pensiero del rapporto con la creazione è frequentemente presente nelle parole di Giovanni Paolo II, che sottolinea, tra l'altro, il valore morale della crisi ecologica.
"[L'uomo] pensa di poter disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma e una destinazione anteriore datale da Dio, che l'uomo può sviluppare, ma non tradire. Invece di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell'opera della creazione, l'uomo si sostituisce a Dio e così finisce per provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui. Si avverte in ciò, prima di tutto, una povertà o meschinità dello sguardo dell'uomo, animato dal desiderio di possedere le cose anziché di riferirle alla verità, e privo di quell'atteggiamento disinteressato, gratuito, estetico che nasce dallo stupore per l'essere e per la bellezza, il quale fa leggere nelle cose visibili il messaggio del Dio invisibile" (Centesimus Annus ).

Da queste e da tante altre parole del Papa è chiaro che la natura non è solo una freccia direzionale per indicarci la presenza di Dio, come quasi sempre è stata intesa nella Chiesa, ma ha una sua ricchezza intrinseca che nasce da questo legame e diventa per l'uomo una maestra di vita concreta.

Il sentiero Giovanni Paolo II, ma anche tutti gli altri che percorrono le nostre montagne, hanno in sé tanta bellezza naturalistica e paesaggistica da riempire gli occhi ed il cuore di quanti vorranno immergersi nella natra e comprendere appieno la sensazione di vicinanza a Dio e a se stessi.

IL SINDACO
Dr. Paolo De Meis

 

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